Capire l'accessibilità

Un articolo sul Corriere di sabato mi fa riflettere su una questione che ritengo importante. Cos’è ‘sta accessibilità, perché mi devo occupare dei disabili quando faccio i miei siti?

Discorsi già fatti, con diverse soluzioni, interpretazioni, prese di posizione. Però, manca sempre qualcosa, il problema non sembra essere tecnico, etico, sociale.

Titolo dell’articolo: “Lasciano il figlio down in auto Denunciati per abbandono“.

Ma che stronzi, credo sia il primo pensiero. Poi uno legge già indignato l’articolo, e si viene a sapere che i genitori farabutti sono due ucraini, lui medico del centro di riabilitazione dell’università di Donetsk e giornalista, lei psicologa.

È allucinante lo svolgersi della vicenda: Arthur, il figlio down della coppia, è da solo in automobile. Spiega il padre: “Ad Arthur non piace girare nei negozi, quindi è rimasto in macchina. Per noi in Ucraina è normale fare così, i ragazzi down li facciamo vivere nel modo più naturale possibile. La sicure delle portiere erano aperte, aveva acqua, cibo e coperte. Se avesse avuto bisogno di una boccata d’aria, sa come abbassare i finestrini. Perché mi avete sfondato il lunotto della macchina?”.

Arthur è in macchina da un po’, a due passi dalla fontana di Trevi mentre i genitori si dedicano allo shopping. Si avvicinano dei passanti, lo guardano dai finestrini con l’aria “salviamo il disabile”.

Chiamano altri passanti, arriva un vigile, circondano la macchina. Arthur si spaventa, si chiude dentro, e ha pure ragione avrei avuto paura anche io.

Bisogna salvare il disabile, si vede che è terrorizzato! Dall’articolo: “Il volto del giovane faceva capolino fra buste e pacchetti, lo sguardo prima preoccupato, poi terrorizzato, mentre attorno alla Mitsubishi, parcheggiata in un posto per disabili in via di Santa Maria in Via, si radunava una folla di curiosi: tutti a guardare il down abbandonato”.

Arrivano i poliziotti, chiamano l’ambulanza, il povero Arthur appare sembre più terrorizzato dentro la macchina, i vetri si appannano… idea geniale: prendiamo a sprangate il lunotto, anzi no, lo hanno sfondato a colpi di chiave inglese. Ripeto, magari è sfuggito: la macchina era aperta, Arthur si è chiuso dentro vedendo quella folla che lo circondava. Allo sfondamento gli si deve essere spezzato il cuore dalla paura. “Mi ha detto papà di non aprire a nessuno”, spiega ai suoi salvatori.

La polizia ha denunciato i genitori sostenendo che in Italia non si può lasciare sole le persone disabili (sarebbe bello sapere dove sia scritto, e che cosa ne pensano i migliaia di disabili che tutti i giorni vengono lasciati completamente da soli ovunque. Però, magari non si vede).

Per ora, hanno dovuto cercare un’officina per riparare il lunotto sfondato.

A me tutto questo ricorda tanto l’atteggiamento di tanti webmaster riguardo l’accessibilità. Nonostante l’evidenza, non riescono a pensare all’accessibilità dei siti per quello che è, per i vantaggi che comporta.

No, bisogna salvare qualcuno, sennò non ne vale la pena. Salvare qualcuno se qualcuno vede, ovviamente, sennò fa niente.

L’accessibilità sembra aver bisogno di palcoscenici per attuarsi e non importa che sia necessario o richiesto, basta che si sappia. C’è qualcosa di perverso. Sul Web poi, è ancora più perverso.

L’accessibilità sul Web ci permette di essere tutti uguali. Io, Arthur, un cieco, un sordo, un uomo. Non c’è un palcoscenico, l’accessibilità è una questione privata.

In viaggio – Una questione privata (C.S.I., 1996)

“Consumano la terra in percorsi obbligati i cani alla catena
Disposti a decollarsi per un passo inerte più in là
Coprono spazi ottusi gli idoli
Clonano miliziani dai ritmi cadenzati
In sincrono

Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti
Viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti viaggia Sua Santità

Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti
Viaggia la polvere viaggia il vento viaggia l’acqua sorgente
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti viaggia Sua Santità
Viaggiano ansie nuove e sempre nuove crudeltà
Cadono di vertigine…
Cadono di vertigine…
Cadono di vertigine…
Cadono di vertigine…

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