Sembra che a detta di tutti fare un epub sia una cosa semplicissima, la classica cosa da “premi il tasto e via, fatto”. Certo, qualcosa succede, ma vi ricordate i siti fatti con Frontpage? È la stessa situazione.
C’è sempre confusione fra HTML e XHTML, tanto da portare una persona di solito accorta come Zeldman ad affermare “che ci vuole, prepara i tuoi file in HTML valido (dimenticando che lui stesso afferma che il 99% dei siti web a oggi non è valido… se non sono capaci di produrre codice valido gli sviluppatori figurati gli aspiranti editori elettronici), zippa tutto e converti in pacchetto con bookglutton“.
Peccato che anche bookglutton contribuisca alla confusione, perchè la procedura guidata chiede di:
- Upload an HTML book produced from our specifications (see below).
Uno va a leggere le specifiche e scopre che “Before you upload your ZIP you MUST format your content as XHTML 1.1”. Bah.
Comunque, stabilito che a me interessa usare il formato epub, ho provato un po’ del software disponibile, non molto a dire la verità.
Sigil di per sé è un onesto editor, ma così limitato… non fa nemmeno le tabelle. Comunque, meglio che niente. Vediamo Calibre. Ok, nemmeno questo mi sembra un granché, promette bene una utility a linea di comando chiamata “epub-fix”, ma l’interpretazione del codice di Calibre è alquanto “personalizzata”. Non mi piace.
Stanza? Mi sembra di essere tornato ai tempi di mio nonno, e funziona decentemente solo su Iphone/Ipad, la versione desktop è una specie di tritatutto. Se volete ridurre il vostro epub a solo testo, l’ideale.
Insomma, a fronte di tutti questi annunci mirabolanti sul futuro e la tecnologia, non ci sono strumenti realmente efficaci e in grado di produrre senza grosso danno e perdita di tempo file epub validabili senza dover ricorrere a interventi anche pesanti sul codice.
E-cub e Jutoh sembrano fatti da persone che sanno di cosa stanno parlando, bravi. Sanno cos’è l’accessibilità e gli editor permettono di creare versioni audio dei libri in mp3 con LAME. Jutoh non è gratuito ma vale i soldini che costa. Dagli stessi autori di Writer’s Cafè, un altro bel software.
La verità è che produrre un epub di qualità non è per niente facile, e le uniche soluzioni realmente funzionanti sono commerciali, per esempio Adobe Indesign. Ma questa è la parte più semplice della questione, perché se il file di partenza non è fatto con tutti i crismi, utilizzando estensivamente gli stili di paragrafo, inserendo le immagini inline e con il flusso del testo ben consolidato e concatenato, col cacchio che ti viene un epub. Vengono dei file sparpagliati su cui devi mettere pesantemente le mani con la speranza di non dimenticare una doppia virgoletta, perché siamo in XML e i parser non correggono nulla. E devi sperare che non ci siano modifiche da fare dopo che hai validato il file, perché metterci le mani significa o ricominciare da capo o saper usare XML e lavorare nel codice.
Per piccole modifiche, a mio parere una possibile soluzione viene ancora da Adobe, PDFXML Inspector, un tool che appartiene al progetto MARS. È leggero e non si inchioda ogni tre minuti, diciamo che dura almeno 5.
Alla fin fine, l’unica via che mi sembra realmente praticabile per ora è creare i documenti sorgenti in Indesign seguendo alla lettera tutti i consigli di Adobe, produrre l’epub, rinominare il file cambiando l’estensione in .zip, scompattare il file preservando la struttura delle directory, creare un nuovo sito in Dreamweaver e lavorare sul codice con DW. È come voler rifare un vecchio sito fatto in Frontpage per renderlo standard, mettetevi il cuore in pace. Poi per vedere l’epub dovete creare un nuovo zip di tutti i contenuti, rinominarlo .epub e guardarlo in un viewer. E nel caso ricominciare da capo.
E bisogna conoscere bene XHTML 1.1 e CSS, ricordando che le specifiche di epub sono un po’ differenti. E incrociare le dita.
E non accenno nemmeno all’accessibilità, perché tutti gli epub sparpagliati nel mondo sono in XHTML 1.1, mentre lo schema compatibile con Daisy è DTBook, e nemmeno questo è supportato decentemente… mah. Non sappiamo usare gli stili di paragrafo in Word dopo trent’anni, mi sembra eccessivo parlare di schemi XML. E lasciamo perdere le numerose e inverosimili incompatibilità fra i vari editor/viewer… bah. Mah, anche. E ho visto anche una versione latinizzata del formato: epubis. Mah.